Quando sei fuori sede e vivi da solo nella città in cui studi non sempre riesci a visitarla come si deve. Un giorno devi studiare, un altro sei di fretta, un altro ancora sei stanco. Ma a volte, qui a Genova, può capitare di trovarsi di fronte all’Arte, alla Storia, in maniera un po’ inaspettata e sorprendente. Ci sono musei-non musei nei quali si può mangiare, dormire, fare acquisti. Palazzi e immobili storici divisi fra il sacro e il profano. Il sacro dell’arte che da sempre li abita e il profano della vita di tutti i giorni che in silenzio si è infiltrata.

Nei musei-non musei si entra per prelevare denaro, consumare il pasto, dedicarsi a distratti acquisti. Ed è un peccato che siano distratti. Basterebbe un attimo di attenzione in più, un occhio più attento per avere una dose giornaliera di meraviglia, a buon mercato e facilmente reperibile. Non ho ancora deciso come mi fa sentire questa cosa. A tratti grata, ma a tratti anche perplessa. Perché vedere che dentro un palazzo storico c’è ora un Carrefour un po’ mi urta. Ma forse sono solo un po’ antica. Bando alle ciance, partiamo per il nostro percorso alternativo, diviso per attività.
Prelevare
Al numero 6 di Piazza Santa Sabina si trova una filiale della Carige. Banali vetrate, anonimo metallo e cemento da fuori. Dentro, dietro agli impiegati chini sulle carte, resistono due absidi restaurate, reduci della Chiesa di Santa Sabina, dell’XI secolo. Al centro, la pala di Bernardo Strozzi con la Santissima Incarnazione. Un vero e proprio choc la prima volta. Se continuiamo con le banche si deve sicuramente pagare tributo a Via Garibaldi e Piazza Fontane Marose. In questo caso si parla di veri e propri Palazzi dei Rolli, come Palazzo Spinola dei Marmi, sede del Banco di Sardegna, Palazzo Pallavicini-Cambiaso, con la Banca Popolare di Brescia, Palazzo Giovanni Spinola, della Deutsche Bank. E sono solo alcuni. Qui, nella vita di tutti i giorni, possiamo sentirci ricchi e miseri mentre preleviamo i nostri 50 euro circondati da affreschi, meraviglie architettoniche e opere di grandi artisti. Non sempre è necessario entrare: la misericordia dei banchieri ci permette di sbirciare attraverso atri maestosi, affacciati sulla via e spesso aperti, scorgendo ninfei, scaloni e statue.
Dormire
Si possono anche dormire sogni principeschi a Genova, circondati da meraviglie pittoriche e architettoniche. Dormire dove magari – pensate- hanno dormito i Grimaldi Oliva, grandi banchieri e mercanti. Ci sono, ad esempio, i circuiti di appartamenti gestiti dalla Locanda di Palazzo Cicala: a Palazzo Lomellino, Palazzo della Meridiana, Palazzo Imperiale. I loft di Palazzo Cambiaso in Via al Ponte Calvi offrono design in una cornice storica. E sarebbe vergognoso dimenticare le stanze dell’Hotel presso Palazzo Grillo, nel cuore della città storica.
Mangiare

Nei palazzi storici della Superba si può anche mangiare. Penso ai Mentelocale sparsi per la città. Li troviamo a Palazzo Reale, Rosso e Ducale. Tre splendide location arredate in maniera moderna ma nelle quali ancora si respira l’aria dei Balbi, dei Brignole, di Simon Boccanegra. Per gli amanti del piccante e della storia dell’arte c’è il Ristorante messicano Veracruz, in Via San Bernardo 59-61 R. Il locale conserva ancora al suo interno eleganti colonne binate, testimonianza dell’antico splendore del cortile interno di Palazzo Alessandro Giustiniani. In Piazza Campetto, al piano superiore di Palazzo Imperiale – che ospita l’opera di un artista come Luca Cambiaso – troviamo Les Rouges. Il locale, gestito da tre fratelli, non a caso rossi di capelli, è un ristorante e cocktail bar raffinato e accattivante, che trae molto del suo fascino dalla location ricca di suggestioni storico-artistiche.
Fare acquisti

Nello stesso palazzo di Les Rouges, troverete al piano terra una galleria di antiquariato, Galleria Imperiale, perfetta per chi soffre di horror vacui, mirabolante luogo di scoperta. A due passi – due davvero – vi aspetta invece uno shopping disimpegnato all’OVS di Palazzo del Melograno. Una leggenda lo lega alla sorte della Superba e al suo interno troneggia l’Ercole di Filippo Parodi. Se avete dimenticato le uova non preoccupatevi, c’è un palazzo storico anche per questo: Palazzo Penco in Piazza Cinque Lampadi, il cui portone scolpito si apre su un Carrefour Express. E qui, come già anticipato, un po’ soffro.
Che dire? C’è un palazzo storico per tutto: per fare la spesa, per mangiare, passare una notte da re, controllare se le proprie azioni sono salite o comprarsi un paio di calzini. Sempre immersi nell’arte.
1 pensiero su “Genova da girare, l’arte all’improvviso”